Quali sono le tendenze attuali e le evoluzioni più recenti nel mercato delle pompe a membrana? Quali le strategie attuali e future di Comet per agire a livello internazionale?
Ne abbiamo parlato approfonditamente con Luca Guidetti di Comet, che in una interessante intervista ci ha anticipato anche importanti novità all’orizzonte per quanto riguarda i prodotti e le tecnologie sviluppate dall’azienda emiliana leader nel settore delle pompe per agricoltura.
Buongiorno Luca, ci racconta qual è il suo ruolo in azienda e da quanto tempo è parte del team Comet?
Rivesto il ruolo di Responsabile Export per tutto ciò che riguarda il settore pompe e irrorazione. Oltre a questo, sono anche product manager: seguo lo sviluppo e la definizione dei nuovi progetti, la strategia di marketing, il posizionamento di prezzo, le analisi di mercato e il monitoraggio della concorrenza. Insomma, sono un po’ il “factotum” del comparto pompe a membrana.
Sono entrato in Comet nel gennaio 2011 e oggi sono al mio quindicesimo anno in azienda.
Data la sua lunga esperienza, può dirci come sta evolvendo il mercato internazionale delle pompe a membrana?
Negli ultimi anni abbiamo osservato un’evoluzione importante: le pompe a membrana non sono più impiegate esclusivamente in ambito agricolo, ma trovano sempre più spazio in applicazioni molto diverse.
Ad esempio, nel settore antincendio vengono installate sui pickup in dotazione ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile per operare in aree boschive durante gli incendi.
Le nostre pompe vengono anche utilizzate per la pulizia degli edifici al termine dell’inverno (cosiddetto softwash): servono a rimuovere le macchie annerite di umidità, restituendo decoro e pulizia alle facciate.
Naturalmente, l’agricoltura resta il nostro core business. Tuttavia, dopo il picco anomalo registrato tra il 2020 e il 2022 — una vera e propria bolla generata da speculazioni sui materiali e dalla corsa agli ordini per timore di aumenti dei prezzi — abbiamo vissuto un biennio di fisiologico rallentamento.
Ora, però, stiamo assistendo a una ripresa molto incoraggiante, con una crescita a doppia cifra che lascia ben sperare per il futuro.
Sul fronte internazionale, però, non si possono trascurare i mutevoli scenari geopolitici: come influenzano la vostra attività?
Al momento, le politiche statunitensi in materia di dazi non ci hanno colpiti direttamente, ma siamo consapevoli che nel medio-lungo termine potrebbero avere un impatto anche sul nostro fatturato. La buona notizia è che la domanda globale di prodotti agricoli resta alta: se un mercato rallenta, altri tendono a crescere. Aumentando la popolazione mondiale, cresce di conseguenza anche la domanda di derrate e di macchinari per coltivarle.
Un esempio concreto è quello della soia. Gli Stati Uniti sono tra i maggiori produttori mondiali e ne esportano grandi quantità in Cina. Tuttavia, con l’attuale clima commerciale, la Cina tende a ridurre la propria dipendenza dalle importazioni americane e a rivolgersi ad altri fornitori, come il Brasile. In questo scenario, è probabile che le vendite legate alle macchine agricole calino negli USA ma aumentino in Brasile, generando un effetto di compensazione.
Sul fronte europeo, nonostante un momento di rallentamento, siamo ottimisti: confidiamo che le riforme annunciate dall’Unione Europea possano rilanciare il settore agricolo nei prossimi anni.
Abbiamo già assorbito, invece, le conseguenze della guerra in Ucraina, che ha colpito duramente due mercati per noi storicamente molto rilevanti come Russia e Ucraina, entrambi grandi produttori di grano.
Guardando avanti, sappiamo che dobbiamo rafforzare la nostra presenza nei mercati asiatici, dove siamo ancora poco radicati. Tuttavia, abbiamo investito nello sviluppo di nuovi prodotti e questo ci dà fiducia per affrontare con slancio le sfide future.
A tal proposito, come adattate la vostra offerta alle esigenze tecniche e ambientali dei diversi Paesi?
Per rispondere in modo efficace alle specifiche esigenze dei mercati internazionali, manteniamo un rapporto molto stretto con i nostri clienti, in particolare con i costruttori di macchine. L’ascolto attento è fondamentale: durante le visite cerchiamo di cogliere i trend emergenti e di capire in che direzione si sta muovendo il mercato, così da poter mappare le opportunità e orientare lo sviluppo dei prodotti.
È un’attività complessa, che comporta dei rischi e richiede grande cautela. Serve analizzare molti dati, incrociare fonti diverse e muoversi con metodo. Ma negli ultimi cinque o sei anni siamo riusciti a lanciare con successo diversi nuovi prodotti, tutti ben accolti dal mercato – un risultato non scontato, considerando che statisticamente solo un prodotto su quattro riesce davvero a imporsi.
Alla base di tutto c’è una relazione diretta e di fiducia con gli stakeholder dei nostri clienti, in particolare con i reparti tecnici. È proprio grazie a questo dialogo continuo che riusciamo a raccogliere indicazioni preziose, offrire soluzioni mirate e creare un vero scambio di valore, utile sia per noi che per i nostri partner.
Cosa vi differenzia dai competitor internazionali?
La nostra filosofia non è semplicemente quella di vendere pompe, ma di offrire soluzioni concrete e su misura per le esigenze dei clienti. Progettiamo prodotti che richiedano il minimo di manutenzione, che siano facili da integrare nei sistemi dei costruttori e che permettano di ridurre al minimo i tempi di assemblaggio. Puntiamo molto anche sulla modularità e sulla compatibilità: cerchiamo di standardizzare i ricambi in modo che, passando da un modello all’altro, il cliente non debba ripartire da zero con i pezzi di ricambio.
Un altro aspetto per noi cruciale è la rapidità del servizio: i nostri tempi di risposta sono tra i più rapidi del settore. Questo è un elemento che i nostri clienti ci riconoscono e che rappresenta un vero vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.
Una delle novità più attese è la nuova linea di pompe BPX. Cosa distingue questa serie dalle precedenti?
La precedente serie BP, nata oltre quarant’anni fa, iniziava a mostrare tutti i suoi limiti: la tecnologia era ormai superata e non più in linea con le esigenze attuali. Con la nuova linea BPX abbiamo rivoluzionato completamente il progetto, a partire dai materiali: tutte le parti a contatto con i liquidi spruzzati sono ora realizzate in nylon rinforzato, molto più resistente all’aggressione chimica.
Anche la struttura è stata potenziata. La base di supporto per il montaggio sulle macchine è realizzata in acciaio rinforzato, per garantire maggiore robustezza e durata. Inoltre, abbiamo introdotto un’architettura modulare: tutta la gamma BPX condivide gli stessi ricambi, il che semplifica notevolmente la gestione dei magazzini, riducendo i costi e aumentando l’efficienza per i nostri clienti.
Non meno importante, abbiamo investito anche nel design. Crediamo molto nell’identità visiva del prodotto e oggi le pompe BPX sono immediatamente riconoscibili sul mercato grazie a un look distintivo che riflette la nostra evoluzione tecnologica e stilistica.
A quali tipologie di coltivazioni si rivolgono le BPX?
Le pompe BPX sono estremamente versatili e adatte a praticamente ogni tipo di coltivazione: dai cereali alla vite, fino agli ulivi.
La nostra Azienda è nata nel 1959, realizzando pompe per il trattamento dell’uva da Lambrusco, una coltura tipica dell’Emilia-Romagna. Da quella prima esperienza, abbiamo sviluppato un catalogo ampio e diversificato, pensato per coprire le esigenze di moltissime colture.
Nello specifico, la linea BPX è progettata per lavorare a bassa pressione, rendendola ideale per i trattamenti sui cereali. Tuttavia, grazie all’elevata resistenza chimica dei materiali impiegati, queste pompe si prestano anche ad applicazioni non agricole. Un esempio è il deicing autostradale: vengono montate su mezzi che irrorano una soluzione di acqua e sale per prevenire la formazione di ghiaccio sulle carreggiate — un’attività che richiede pompe resistenti a liquidi altamente corrosivi.
Un altro impiego in rapida crescita, favorito dai cambiamenti climatici, è quello dell’irrigazione urbana: le BPX vengono installate su veicoli attrezzati con cisterne e bracci telescopici per irrigare gli alberi piantati nelle aree urbane durante i mesi più secchi.
Di recente avete introdotto anche la nuova tecnologia Campus: di cosa si tratta esattamente?
Campus è l’innovativo sistema di diagnostica computerizzata sviluppato e brevettato da Comet. Si tratta di una piattaforma intelligente che, grazie a una rete di sensori integrati nella pompa, raccoglie in tempo reale i principali parametri operativi. I dati vengono trasmessi a un server centrale, che li elabora e restituisce indicazioni utili per ottimizzare le performance, prevenire guasti e ridurre al minimo i fermi macchina — con un impatto positivo sui costi di gestione per l’utente finale.
Abbiamo intercettato un’esigenza concreta del mercato: introdurre sistemi diagnostici simili a quelli ormai comuni nel settore automobilistico, capaci non solo di segnalare malfunzionamenti ma anche di anticiparli. Su questa base, abbiamo individuato tre aree critiche da monitorare.
Il primo sensore tiene sotto controllo temperatura e livello dell’olio, permettendo di prevedere la rottura delle membrane e programmare interventi di manutenzione preventiva.
Il secondo rileva le ore di lavoro della pompa e consente di misurare la produttività — un dato utile soprattutto per chi lavora in conto terzi — e avvisa in caso di funzionamento fuori dai range ottimali.
Il terzo, forse il più innovativo, individua anomalie sul sistema macchina: ad esempio, se un tubo è strozzato o il filtro ostruito, la pompa non lavora correttamente. Un algoritmo elabora queste condizioni e avvisa l’operatore in tempo utile.
Tutte queste informazioni sono accessibili via Wi-Fi, Bluetooth, interfaccia ISOBUS oppure tramite cloud, anche da smartphone.
In questo modo, Comet compie un passo decisivo verso la digitalizzazione, passando dalla meccanica tradizionale alla meccatronica e all’elettronica avanzata. Attualmente, abbiamo già realizzato un prototipo di kit Campus applicabile a tutte le nostre pompe.
SCARICA LA SCHEDA CAMPUS
Una delle principali vetrine per il lancio delle novità Comet è sempre stata Agritechnica, la più grande esposizione internazionale di macchine e tecnologie per l'agricoltura che si svolge ogni due anni presso la Fiera di Hannover, in Germania. La prossima edizione si terrà a novembre 2025: cosa presenterete di nuovo?
È ancora presto per svelarle, ma possiamo anticipare che ci saranno delle novità molto interessanti dedicate al mercato delle grandi macchine, un settore tipicamente Nordamericano e Nordeuropeo.