L’idropulitrice è tra gli strumenti più efficaci per la pulizia della maggior parte di spazi e superfici. Per funzionare al top, però, ha bisogno di alcune accortezze: tra queste c’è la giusta durezza dell’acqua.
Le idropulitrici, sia domestiche che professionali, sono soggette agli stessi inconvenienti che possono coinvolgere qualsiasi macchinario quando non vengono rispettati taluni parametri. Come un’automobile può ingolfarsi se viene introdotto un carburante sporco o errato, allo stesso modo un’idropulitrice può funzionare male se viene utilizzata, per la pulizia, un’acqua di durezza sbagliata.
Vediamo, allora, quali sono le indicazioni basilari per conoscere e usare correttamente un’idropulitrice con l’acqua più indicata e per ottenere i migliori risultati sul lavaggio.
In quanto liquida, l’acqua non può essere materialmente dura. La durezza dell’acqua, quindi, è un concetto relativo ai minerali contenuti in essa, i quali possono produrre residui dannosi per i materiali ove si depositano.
Per durezza dell’acqua, pertanto, si intende il contenuto totale di ioni di calcio e magnesio, oltre che di eventuali altri metalli pesanti, presenti nell'acqua stessa. Queste sostanze sono presenti perché, scorrendo dalla sorgente, ai fiumi, agli acquedotti, l’acqua viene a contatto con sostanze minerali che, quando raggiungono concentrazioni elevate, producono formazione di calcare e le incrostazioni tanto temute da elettrodomestici (come ferri da stiro, macchine da caffè, lavatrici, lavasciugatrici, lavastoviglie) e macchinari professionali proprio come l’idropulitrice. La soluzione è quella di ricorrere all’uso di un anticalcare: prodotto chimico che, però, non risolve definitivamente il problema e aumenta l’immissione di sostanze inquinanti nell’ambiente.
Ancora peggio quando, anziché calcare, sono presenti nell’acqua, in concentrazioni eccessive, metalli pesanti pericolosi per l’ambiente e per la salute umana, causa di intossicazioni anche gravi. Stiamo parlando di mercurio, cadmio, cromo e piombo: elementi contaminanti per l’uomo attraverso acqua, aria e alimenti, cause di patologie neurologiche, genetiche, tumorali e mortali. A differenza del calcare, purtroppo, non esiste una soluzione capace di arginare queste sostanze quando, malauguratamente, riescono a contaminare l’acqua.
A seconda del contenuto di minerali, si distingue tra acqua dura e acqua dolce, con differenti livelli qualitativi. La durezza viene solitamente espressa in gradi francesi e si indica con la lettera F maiuscola (da non confondere con i gradi Fahrenheit, che sono una misura della temperatura). Un grado F rappresenta 10 milligrammi di carbonato di calcio presenti in un litro di acqua.
Vediamo, quindi, cosa comporta la durezza dell’acqua per le idropulitrici e non solo.
Il nemico principale rappresentato dall’acqua dura è il calcare. Poiché composto, in maggior parte, di calcio e magnesio, il calcare si deposita in maniera piuttosto ostinata all’interno delle tubature e sulle superfici, comprese quelle che compongono gli impianti delle idropulitrici e quelle che con le idropulitrici vengono lavate.
Un'acqua dura influisce negativamente sui processi di lavaggio, ancor di più se insieme all’acqua viene utilizzato un detergente. Le molecole che costituiscono il detergente, infatti, si combinano con gli ioni di calcio presenti nell’acqua, formando composti non solubili che, oltre a far aumentare il quantitativo di detergente necessario, sono dannosi per la serpentina della caldaia a causa della loro azione corrosiva e incrostante.
Per risolvere a monte il problema, e non rimanere in panne né con l’idropulitrice né con altri macchinari, la soluzione più efficiente ed immediata è l’impiego di un addolcitore a sale. Si tratta di uno strumento che diminuisce la durezza dell’acqua abbattendone notevolmente la carica di calcio e magnesio.
Vediamo, quindi, come funziona l’addolcitore a sale.
Intercettata alla fonte, l’acqua viene fatta passare attraverso un contenitore riempito di soluzioni saline capaci, attraverso la carica molecolare, di privare l’acqua del calcare presente al suo interno. Un risultato ottenibile, però, a patto di ricaricare soventemente l’addolcitore con del sale.
Usando l’idropulitrice con un’acqua molto dura senza “bloccare” il calcare alla fonte, potremmo, poi, ritrovare residui calcarei – sotto forma di piccole macchie o grossi aloni bianchi – sulle superfici lavate. Niente di grave se subito rimosse; altrimenti potrebbero divenire incrostazioni pericolose per i materiali ossidabili.
Nel caso delle idropulitrici ad acqua calda, inoltre, bisogna pensare anche alla salvaguardia di un altro componente fondamentale per la macchina: la resistenza. Le idropulitrici ad acqua calda, infatti, sono dotate di una serpentina che riscalda l’acqua pompata dai pistoni per farla uscire dagli ugelli ad una temperatura tale da sciogliere sporchi ostinati, come grasso e olio. In questi casi è opportuno che sia presente un dispositivo anticalcare che riduca il rischio di formazione di incrostazioni sulla resistenza.
Ora che conosci tutti i rischi legati alla durezza dell’acqua, buona pratica sarà quella di controllare la qualità di quella erogata dal tuo rubinetto e, in caso di un’acqua non molto dolce, rispettare questi piccoli accorgimenti per ottenere il risultato migliore dalla tua idropulitrice e per allungarne la vita.